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COS'È E A COSA SERVE LA RITENUTA D'ACCONTO?

Aggiornamento: 19 apr 2021


Chi è in cerca di un impiego o si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro può svolgere un’attività lavorativa in modo autonomo mediante la ritenuta d’ acconto. Ma di cosa si tratta? Per lavorare autonomamente non occorre addentrarsi in territori oscuri, come quello della Partita IVA, se non si è sicuri di poter fare soldi a palate o se si fanno “lavoretti” ogni tanto; molti infatti preferiscono iniziare con prestazioni occasionali.


Iniziamo dalle basi: parliamo di Prestazione Occasionale quando facciamo riferimento a situazioni in cui i soggetti sono esonerati dall’apertura di una Partita IVA in quanto svolgono l’attività professionale in modo saltuario e sporadico. In casi come quelli appena citati, la scelta migliore è la ritenuta d’acconto. Si tratta di un modo semplice per risolvere questioni fiscali se non si ha una Partita IVA. La ritenuta d’acconto è completamente valida ai fini fiscali ed è un ottimo modo per iniziare una futura attività come freelancer. Si può richiedere una ritenuta fino a 5000€ lordi ma, superata questa somma, sarà necessario aprire una Partita IVA. Al contrario invece, non trova applicazione per tutti i compensi inferiori a 25,82€. È così chiamata poiché, una parte del compenso, ovvero il 20%, viene versata allo Stato.


Per esempio, facciamo finta che l’azienda A riceva servizio dal traduttore B per l’importo di 1000€. La ritenuta d’acconto del 20% (che, nel nostro esempio, corrisponde a 200€) deve essere applicata a riduzione del compenso lordo dovuto per la prestazione. In altre parole, si tratta di un acconto sulle imposte che il committente è tenuto a trattenere e versare all’Amministrazione finanziaria per conto del soggetto che presta la propria attività professionale. La ritenuta d’acconto deve essere applicata soltanto nel caso in cui la prestazione occasionale è svolta nei confronti di sostituti di imposta (nel nostro caso l'azienda A). Sarà poi A a dover versare l’imposta all’Agenzia delle Entrate entro il giorno 16 del mese successivo a quello del pagamento, utilizzando il modello F24.

La ritenuta viene definita d’acconto poiché, dopo che avrà incassato il pagamento al netto della ritenuta, il lavoratore autonomo dovrà comunque dichiarare a fine anno il compenso fatturato, sottraendo poi, dall’imposta da versare, la somma già trattenuta a titolo d'acconto. La ritenuta di acconto è un obbligo la cui inosservanza comporta l’applicazione di sanzioni e interessi di mora.

Ricapitolando: si dichiara una fattura con un importo lordo di 1.000€ ma alla fine il lavoratore autonomo incassa un compenso netto pari a 800€.

Se non si è sicuri se aprire o meno una Partita IVA (e soprattutto per evitare di commettere errori o incorrere in sanzioni) è buona cosa chiedere consiglio a un Commercialista.


Qui potete trovare maggiori informazioni sulla prestazione occasionale mentre qui sulla ritenuta d'acconto.

Alla prossima!

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